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Quale crema scegliere dopo i 50 anni?
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Benessere, Pelle

Quale crema scegliere dopo i 50 anni?

Quando Monica ed io lavoravamo nei periodici femminili, nei nostri articoli cercavamo di facilitare le nostre lettrici a scegliere i trattamenti più corretti per loro. Ed anche nel nostro blog l’obiettivo non è cambiato, anzi! A quei tempi la divulgazione di bellezza era decisamente più approfondita rispetto ad oggi e a noi piaceva tantissimo scavare tra le informazioni dei laboratori, capire le formulazioni cosmetiche per poterle descrivere nelle loro peculiarità e fare le domande più tecniche ai ricercatori di tutto il mondo. Oggi invece tutto va di fretta, le influencer (il più delle volte senza una ruga!) aprono le creme in diretta su Instagram, intingono un dito, ne applicano un pò sul viso e cominciano a pontificare sulle loro qualità antiage…
Noi però siamo di vecchio stampo e preferiamo rivolgerci solo ai professionisti della bellezza. Quando sorgono dubbi, per esempio, interpelliamo la dottoressa Magda Belmontesi*, dermatologa.

Questa volta le abbiamo chiesto di fare chiarezza sulle diverse funzioni dei trattamenti per il viso dopo i 50 anni. E visto che la materia è piuttosto vasta, abbiamo pensato di fare 2 puntate in modo da informarvi il più possibile con semplicità. Speriamo di esserci riuscite. Via con la prima parte!

Funzione idratazione

È fondamentale per il benessere della pelle. Mantiene compatto il film idrolipidico, ottimizza la funzione della barriera cutanea. Indispensabile aumentare l’idratazione dopo un’esposizione solare, durante un viaggio in aereo, in presenza di condizionatori d’estate e termosifoni d’inverno.

I cosmetici ben formulati ostacolano la disidratazione. Per fare questo si usano sostanze come la vaselina che riducono la Tewl (Trans epidermal water loss), cioè la perdita di acqua transepidermica. Oppure biopolimeri filmogeni (acido ialuronico, collagene, chitosani). Importante è anche ricostruire il naturale fattore d’idratazione (NMF, Natural Moisturizing Factor) usando le sue stesse componenti (aminoacidi, acido lattico e piroglutammico, urea). Si possono sfruttare anche le potenzialità degli umettanti (tra cui glicerolo, sorbitolo, alfaidrossiacidi a bassa concentrazione) che sanno legare l’acqua presente nei cosmetici e nell’umidità ambientale trattenendola sulla pelle.

Funzione antirughe

Serve a rallentare la comparsa dei segni sul viso dovuti all’invecchiamento, ai raggi ultravioletti e come prevenzione a partire già dai 35 anni.

I cosmetici più adatti hanno un effetto distensivo superficiale che si ottiene con molecole come il DMAE (dimetilamminoetanolo) o l’acido ialuronico che, man mano che cede l’acqua, determina un piccolo sollevamento del tessuto. Sulle microrughe si agisce di solito con sostanze miorilassanti come i polipeptidi che distendono l’epidermide.

Funzione ristrutturante

PServe a migliorare la trama cutanea in profondità, agendo sulle strutture di sostegno. A partire dai 40 anni come prevenzione, oppure durante la menopausa (dai 50 anni in poi) per contrastare gli effetti del riassetto ormonale.

I cosmetici ristrutturanti più adatti sono quelli che

  1. aiutano a stimolare la produzione di collagene ed elastina da parte dei fibroblasti (come la centella asiatica);
  2. contrastano l’azione negativa degli enzimi (le metalloprotinasi) che degradano collageni, elastina e acido ialuronico: bene gli estratti di pino marittimo, avocado, echinacea;
  3. neutralizzano i radicali liberi con molecole antiossidanti o sistemi enzimatici (vitamine, flavonoidi, superossidodismutasi). Previste anche molecole dalle bande proprietà ormonali, come i fitoestrogeni (ginseng, luppolo, soia).

Funzione levigante

L’esfoliazione è un’azione utile per tutte le pelli, diventa imprenscindibile in caso di cute secca, asfittica e disidratata o in presenza di lievi discromie.

I cosmetici più adatti sono quelli che aiutano ad accelerare il naturale turnover cellulare, rallentato dall’età. Esistono esfolianti fisici che ottengono una delicata abrasione di tipo meccanico (guscio di noce; seme di mandorla, albicocca, pesca; torsolo della pannocchia del mais) oppure chimici che indeboliscono i legami tra le cellule (retinolo, alfaidrossiacidi come acido glicemico, lattico, citrico).

*La professoressa Magda Belmontesi è dermatologa e docente alla SCUOLA SUPERIORE DI MEDICINA ESTETICA AGORÀ a MILANO, al Master di Medicina Estetica dell’Università di Pavia, ed autrice del recente libro “Pelle: dalla salute alla bellezza” di Tecniche Nuove. Volete conoscere la dottoressa Belmontesi più da vicino? Vi suggeriamo allora di consultare Pelle e dintorni, il portale della bellezza“.

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