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Cos’è il digiuno intermittente?
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Benessere

Cos’è il digiuno intermittente?

Ormai il digiuno intermittente è diventato un tema popolarissimo: scommettiamo che avete almeno un amico o un’amica che lo sta seguendo! Se ne parla moltissimo, sul web e non solo, e dopo aver letto di tutto e di più, non ci resta che verificare le informazioni con l’aiuto della dottoressa Raffaella Cancello, biologa nutrizionista, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Dottore di Ricerca in Neuroscienze. Svolge consulenze nutrizionali ed attività di ricerca presso l’IRCCS-Istituto Auxologico Italiano Milano, alla quale abbiamo girato le seguenti domande.

Come funziona il digiuno intermittente?

“È molto semplice: ci si astiene dall’assumere cibo per un periodo di tempo che, di solito, dura tra le 12 e le 40 ore alimentandosi nelle restanti 16 o 8 ore rispettivamente.  Senza dare indicazioni su quali cibi mangiare e in che quantità, ma solo facendo attenzione a rispettare una precisa finestra temporale per mangiare, quando si dovrebbero assumere gli alimenti.
Durante il digiuno sono ammessi acqua e caffé non zuccherato e altre bevande senza calorie, non sono ammessi invece cibi solidi o bevande contenenti calorie (come succhi di frutta o bevande zuccherine).
Molti studi dimostrano che questo tipo di alimentazione può indurre la perdita di peso e migliorare la salute metabolica, ma ci sono dei rischi che è bene non sottovalutare”.

Quale digiuno intermittente conviene adottare?

“Un regime di digiuno intermittente da 12 a 16 ore è semplice da seguire, facile da implementare, conveniente e generalmente ben tollerato. 
Di fatto, consumando 3 pasti al giorno con regolarità e non pasticciando fuori pasto (soprattutto la sera dopo cena), 8-10 ore di digiuno durante il sonno notturno sono già assicurate”.

A chi è sconsigliato?

Bambini, donne in gravidanza e anziani: meglio affidarsi a un medico specializzato in Scienza dell’alimentazione o a un biologo nutrizionista. Inoltre non è attualmente raccomandato né raccomandabile in adulti con sovrappeso e obesità, a causa della mancanza di studi a lungo termine sulla sicurezza, data anche l’eterogeneità dei protocolli d’indagine attualmente in corso e i risultati contrastanti. E non c’è nemmeno una chiara evidenza che adottare questo tipo di dieta per perdere peso in persone sovrappeso non patologici sia conveniente”.

Cosa e quanto si mangia nel digiuno intermittente?

“Alcune forme di digiuno intermittente consentono l’assunzione di piccole quantità di cibi solidi ipocalorici, come anche quella di integratori purché non contengano calorie. È fondamentale invece mantenere l’equilibrio idrosalino con acqua e sali minerali.
Il regime alimentare che promuove la salute richiede sia una varietà di cibo, sia di suddividere l’energia giornaliera (calorie) in 3 pasti principali e 2 spuntini. Quindi, se si sceglie una dieta intermittente, bisogna consumare molti diversi alimenti per assumere tutti i nutrienti necessari al corpo umano, ben bilanciati tra loro ed eventualmente limitarsi a cambiare solo la frequenza quotidiana di consumo o intermittenza”.

Quali sono i benefici?

“Curiosamente non è la perdita di peso il beneficio più evidente. Il digiuno intermittente infatti ha guadagnato una crescente attenzione a causa dei benefici neuro cognitivi, fisiologici e cellulari clinicamente osservati. E poi è semplice, pratico, facile da implementare e offre un’ampia gamma di applicabilità, è quindi comprensibile che il clinico lo possa adottare all’interno di un percorso terapeutico non a scopo di far perdere peso al paziente.

Il medico curante può infatti decidere di adottare il digiuno intermittente in quanto produce diversi benefici: mantenere stabili i livelli di glucosio (minor rischio di iperglicemia); livelli d’insulina più bassi e miglior sensibilità all’insulina (minor rischio di diabete melato di tipo 2); maggiore eliminazione degli acidi grassi (trigliceridi) e produzione di corpi chetonici; diminuzione della leptina (ormone che stimola l’appetito) e dell’insulina; diminuzione dell’attività dei radicali liberi e dell’infiammazione; maggiore attività degli antiossidanti; aumentata neuroplasticità (capacità del sistema nervoso di rispondere a fattori interni o esterni e situazioni come ictus cerebrali, traumi) e neurogenesi potenziate (processo di generazione di nuovi neuroni da cellule immature); stimolazione dell’autofagia (consumo dei materiali di riserva dell’organismo) e aumento del tono parasimpatico (sistema nervoso autonomo interviene nelle funzioni involontarie).

In pratica, i meccanismi citati indotti dal digiuno intermittente suggeriscono la possibilità di ridurre il rischio di importanti malattie come: diabete, malattie cardiovascolari, miglioramento della funzione cognitiva e sensitivo-motoria. La dieta del digiuno intermittente allevia i sintomi dei disturbi neurologici e dell’umore. I vantaggi del digiuno intermittente mirano direttamente a una serie di meccanismi associati a diversi stati dolorosi e condizioni di dolore cronico, piuttosto che al dimagrimento. Gli effetti del digiuno intermittente possono variare da persona a persona, e potrebbero esserci rischi o controindicazioni per alcune persone, soprattutto se affette da patologie.

Prima di iniziare qualsiasi programma di digiuno intermittente, è consigliabile consultare un professionista della salute per assicurarsi che sia sicuro e adatto al proprio stato di salute”.

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